Ci sono volte che lavorare al recupero di un pezzo di ferro che ha circa 76 anni d'età non risulta così semplice ed immediato.
Questa volta parliamo di un elmetto M1 di ritrovamento nel Mantovano, (che presto presenterò sul sito) che seppur non essendo stato trovato di scavo, portava sopra di se i segni del tempo e dell'incuria.
La sfida era abbastanza impegnativa, perchè quando si adoperano certe sostanze non si può avere nessun margine d'errore, perchè perdere alcuni dettagli come un fregio vuol dire cancellare per sempre ed irrimediabilmente la sua storia.
Ho riflettuto tanto se quello che stavo per fare era la giusta azione oppure no, ma alla fine consapevole di quello che stavo facendo e dell'esperienza che ho maturato con questa metodologia ho deciso che si doveva fare.
La base di partenza volendo dirla tutta, non era nemmeno delle più peggiori.
Però quello che mi preoccupava maggiormente era la fragilità della colorazione del fregio, che visto così ad occhio si presentava molto debole e quasi prossimo alla sua sparizione.
Ho deciso quindi di fare optare per almeno 3 veloci bagni da circa 30 minuti l'uno con una dose di ossalico leggermente superiore e senza utilizzare acqua calda, ma fredda.
Ad ogni fuoriuscita una sola passata con una spugna morbida per tutta la superficie e vi posso garantire che la ruggine si scioglieva come neve al sole, colorando letteralmente l'acqua di marrone.
Dopo questi 3 trattamenti il risultato ottenuto è stato notevole.
Ovviamente dove il fregio era mancante lo è anche ora (non si fanno i miracoli!) ma il colore, è stato rinnovato a fondo e in molte parti del guscio sono uscite anche numerose tracce di colore verde.
Qui le foto dopo averlo appena "ripescato dalla soluzione".
Giunti a questo punto non mi è restato che fare un ultimo trattamento con il bicarbonato di sodio per annullare l'acidità , far asciugare il tutto (senza esporre il fregio al sole diretto) e proteggere il tutto con del trasparente opaco.
E la conservazione è servita......
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