Credo che quando presi questo mirino era il lontano 2011.
Acquistato così, un po per curiosità e un po per inesperienza collezionistica (avevo appena iniziato a collezionare).
Poi, dopo averlo inserito nel sito era rimasto là giù, nella cantina e solo pochi giorni fa pensai di metterlo in vendita, perchè oltre che ad occupare spazio prezioso, non mi attirava più... e così feci.
Qualche persona interessata c'è anche stata, ma tanti faticano a comprendere il valore di un simile pezzo e la sua difficile reperibilità e forse anche perchè le condizioni iniziali in cui è stato proposto non lo rendevano molto allettante.
E allora, preso in quarantena e chiuso in casa dal COVID-19, questa settimana mi sono detto, ma perchè devo proprio venderlo?
Allora ho deciso di tenermelo e tentare un restauro che gli possa donare un nuovo volto e valorizzarlo al meglio.
Parlandoci chiaro, un restauro di questo tipo su un simile pezzo è realmente fattibile, visto che è interamente prodotto in ferro grezzo ed in condizioni non tanto malvagie, senza elevato rischio di "cancellare la storia".
Difatti la base di partenza non presentava ruggine aggressiva ma una forte patina rugginosa che copriva interamente il mirino.
Ecco qui sotto come si presentava:
Ho pensato per un'istante quale potesse essere la scelta migliore per il trattamento e visto e considerato la sua fattura la scelta è ricaduta per l'utilizzo dell'elettrolisi.
Come avevo già spiegato tempo addietro (qui sul portale) l'elettrolisi è un ottimo sistema per poter eliminare la ruggine senza faticare troppo.
Basta un secchio, acqua e bicarbonato di sodio (ho scoperto che funziona perfettamente al posto della pericolosa soda caustica) e un trasformatore a 12 volt e un po di pazienza.
Fino a ieri avevo trattato solo piccoli pezzi e quindi non sapevo con certezza quanto tempo avrei impiegato per la pulizia di un simile ammasso ferroso.
La prima cosa da fare oltre a sgrassare il pezzo è stato smontare tutto lo smontabile e rimuovere la preziosa targhetta identificativa.
Quest'ultima era opacizzata da una forte patina del tempo e che a primo sentimento credevo proprio che non avrei avuto speranze nel farla ritornare migliore.
Invece con gli attrezzi e prodotti giusti, sono arrivato ad un risultato grandioso.
Fatto questo ho iniziato per seconda cosa a pulire gli oggetti più piccoli come i fermi e tutte le viti. A fine trattamento appaiono così:
A questo punto toccava al mirino, che è stato il pezzo che più mi ha fatto faticare nella sua pulizia, sicuramente a causa della sua forma che poco si addice ad una comoda pulizia.
Nonostante quasi 4 bagni, più di questo non sono riuscito ad ottenere.
Ora il pezzo di ferro più grande: il corpo del mirino.
Dopo aver trattato una sola parte del copro mirino per fare una prova, ho deciso (visto il buono risultato) di immergerlo al 90% nella soluzione.
Per iniziare a vedere qualche risultato ci sono volute 4 ore, alle quali sono seguiti altri 5 bagni di 3 ore ciascuno.
E questo è quello che ho ottenuto:
L'idea, ora era di riportare come meglio potevo una tonalità più vicina all'originale e questa tonalità viene data dalla BRUNITURA.
Ho deciso di procurami circa 200ml di brunitore a freddo per armi ed iniziare a trattare tutto il mirino con questa soluzione.
Con il proseguo del lavoro, già 100ml si sono rilevati sufficienti per il lavoro.
Qui il risultato delle viti e delle prime mani del trattamento al mirino.
In totale ho fatto esattamente 5 passate di soluzione di brunitura a freddo.
Risultato finale
Finalmente ecco le foto del risultato finale dopo aver rimontato il mirino e la sua preziosa targhetta, un risultato veramente ottimo che rende onore ad un simile oggetto.
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Giuseppe (lunedì, 05 aprile 2021 18:28)
I miei migliori complimenti,veramente un bel restauro posso sbilanciarmi e dirti che secondo me sei l'unico in Italia ad avere questo mirino, anche a me piacerebbe poter fare qualcosa del genere queste cose mi sono sempre piaciuti in genere tutto quanto riguarda la WW2.
I miei cordiali saluti