Questo elmetto è stato ritrovato nel 2020 in una vecchia cascina, locata esattamente a Castel D'Aiano (Bologna).
L'elmo è composto dal solo guscio che è stato recuperato e restaurato con acido ossalico.
L'effetto finale è davvero notevole, in quando possiede ancora un 90% della propria verniciatura verde, con il suo cork a donargli un antiriflesso del tutto naturale.
Anche i soggoli sono presenti entrambi ed in ottime condizioni di conservazione,
Durante le operazioni di pulizia sullo spezzone più lungo è apparso quello che è a tutti gli effetti un Laundry Number con il codice "C1599", che però purtroppo non ha dato nessun risultato sulle fonti di ricerca.
Il guscio è un bello stampo prodotto da Schlueter a ganci mobili.
Proprio questo ultimo particolare ci dimostra ancora una volta come i gusci a ganci mobili erano già ben presenti e utilizzati sul fronte Italiano durante la Seconda Guerra Mondiale.
Questo elmetto M1 fu ritrovato tanti anni fa nella zona della "Po Valley" lungo un tratto percorso dagli alleati che portò all'attraversamento del Fiume Po tra i paesi Mantovani di Revere ed Ostiglia nell'aprile del 1945.
Purtroppo quel che ne rimane è un povero guscio a ganci fissi prodotto da McCord.
Sulla calotta presenta evidenti segni di "ribattitura", che se capovolto lo portano a stare perfettamente in equilibrio.
Questo deve essere dovuto ad un probabile ri-utilizzo in corte agricola come contenitore, visti gli evidenti segni interni di livellatura lasciati da acqua o altre sostanze.
Tutto sommato è molto solido e non presenta ruggine pesante.
Sul fronte è ancora ben visibile lo stemma della 5th Army, mentre svariate tracce di colore verde "mela" sono apparse in più punti dopo un recupero con acido ossalico.
Il ritrovamento di questa tonalità di colore non originale fa pensare sia stato sovra-riverniciato o camuffato con altre tonalità.
Un relic interessante, dal quale la storia non smette di diffondersi.
Il guscio che vi presento è stato ritrovato nel 2018 in Francia a Colleville Sur Mer, regione Normandia.
Da quello che possiamo capire è una produzione McCord, giunzione del rim anteriore, a ganci fissi.
Purtroppo il numero di lotto non è comprensibile.
Il tutto è stato restaurato con l'acido ossalico che ha dato un grosso aiuto a mantenere una conservazione durevole nel tempo, ma anche a migliorare la luminosità del fregio sul fronte.
Si tratta del chevrons a tre ali del grado SGT cioè sergeant, dipinto in vernice bianca.
Mantiene ancora un poco di colore verde sul resto del elmo (sia internamente che esternamente) anche se veramente poca cosa.
Tutto sommato, anche se all'apparenza sembra molto logoro il ferro è ancora solido e sano.
Solo nella parte posteriore c'è un punto in cui il metallo è mancante, aiutato dalle classiche crepe da stress da stampo, tipiche di questi elmetti.
Un bel relic dalla Normandia!
Quando si tratta di elmetti M1 inconsueti e relic non resisto alle tentazioni!
Ecco questo guscio a prima vista con un aspetto terrificante.
Si nota nell'immediato, la miriade di colpi d'arma da fuoco che l'hanno imperversato, forando, strappando e dilaniando l'acciaio.
L'elmo proviene dalle Ardenne, dove è stato ritrovato e restaurato, difatti si nota abbastanza chiaramente un velo di lucido trasparente che presumo essere una sostanza vetrificante che comunque dona una giusta finitura all'oggetto e un'ottima conservazione nel tempo.
Penso che con una buona probabilità questo elmetto sia stato usato come "Target" cioè da bersaglio, forse in un momento di relax, per gioco, per svago, non lo sapremo mai esattamente o perchè precedentemente danneggiato.
Quello che resta chiaro è che è stato forato da colpi 30-06 Springfield, difatti ogni buco rimasto integro e non deformato misura esattamente un passaggio di 7,8 mm, la palla esatta di questa munizione.
Possiamo anche avere la sicurezza che non si tratta di una "trasformazione" recente, grazie alle condizioni in cui versa, che testimoniano il tempo passato che l'hanno reso molto logoro, consumato ma comunque ancora solido.
In molti punti si è conservata molta vernice verde originale, osservando bene le foto la si può notare.
Si può capire che si tratta di un guscio a ganci mobili, fabbricato da McCord, il resto lo possiamo solo intuire nella nostra immaginazione che alimenta la parte bella e più misteriosa che ci coinvolge guardando questo oggetto con una sensazione inusuale.
Sono proprio questi i pezzi che mi piacciono, pezzi che ancora guardandoli possono raccontare da soli la storia con particolari forti e che fanno riflettere, purtroppo mai con storie belle, ma sempre nella dimensione tragica della guerra. Si tratta di un elmetto M1 di produzione McCord a ganci fissi e bordino inox con giunzione frontale, molto probabilmente prodotto nel 1942 (dico ciò in quanto il numero di lotto non è totalmente leggibile).
Quello che balza subito all'occhio è il danneggiamento della calotta provocato da una scheggia e poco più in là da un colpo di fucile (forse tedesco?).
Il buco ha un diametro esatto di 7,92mm esattamente come le munizioni utilizzate per esempio da Mauser Karabiner 98k.
Si presenta così, privo di liner e su di un gancio fisso è ancora presente un pezzetto di soggolo in canapa.
Ciò che rende questo elmetto suggestivo è la sua patina data dal tempo, inoltre conserva ancora buone tracce di vernice verde sia dentro che fuori dalla calotta e una marcata rugosità, il tutto nel complesso richiama fortemente il suo passato.
La speranza è che nessuno possa aver perso la vita in questo elmetto, magari che sia stato colpito in seguito.
Purtroppo non lo sapremo mai e in qualche modo quindi conserverà per sempre con se questo segreto. Proveniente e ritrovato in Italia.
Eccoci qui con un guscio relic abbastanza particolare, in cui bisogna soffermarsi con calma per poter notare molti particolari.
Partiamo prima di tutto con il dire che il guscio è un ganci fissi di produzione McCord, in uno stato di conservazione molto relic.
Difatti, si presenta molto corroso, vicino al rim si possono vedere chiaramente le scaglie della sfogliatura del metallo: basti pensare che un guscio sano pesa 1 chilogrammo esatto, questo ora è circa 850 gr.
Presumo possa essere stato per molto tempo a contatto con il terreno, in certi punti si notano piccoli pezzi di materiale vegetale (tipo paglia) inglobati nella ruggine più esterna in un corpo unico, la parte superiore invece si è fortemente assottigliata.
Nonostante queste condizioni dopo un restauro con l'acido ossalico si è riusciti a far trapelare ancora qualche traccia del verde originale.
Come noterete, l'elmo presenta su entrambi i lati i fregi divisionali della Terza Divisione di Fanteria americana. Quel che rimane di questi stemmi è in gran parte composto dal colore blu, il quale è riuscito a conservarsi molto meglio rispetto al bianco sottostante.
In questo frangente il colore risulta molto accesso, ma bisogna considerare il trattamento di restauro subito, composto per l'appunto dall'azione pulente dell'ossalico più la rifinitura esterna in vernice trasparente opaca, che dona quel tocco di lucidità di finitura all'intero pezzo e che fa riprendere luminosità ai colori.
I fregi misuravano indicativamente 4 x 4 cm, tipici come grandezza a quelli realizzati durante la Campagna D'italia e forse non a caso, questo pezzo proviene da un ritrovamento di alcuni anni fa nella zona del Fiume Volturno, dove la 3a Divisione (Ottobre 1943) combatté duramente e aprì la strada verso Cassino.
Gli stemmi sono stati creati a mano, (come spesso accadeva) realizzando prima un quadro bianco e poi delineando le strisce oblique blu.
Si nota un fondo molto irregolare su quest'ultimo colore, ma credo che ciò sia dovuto alle condizioni naturali in cui è stato esposto, unito all'incrostazione .
Difatti anche il colore verde originale del guscio in certi punti si presenta come se fosse al disopra dell'ossidazione (cerchio giallo in foto), quindi del tutto genuino.
Queste particolarità sono state create dall'ambiante stesso di conservazione e possono trarre facilmente in inganno con un falso, ma replicare dei micro-puntini di colore a mano e la sfumatura che si vede non è possibile.
Nella parte posteriore si nota per un 20-25% quel che resta della banda bianca orizzontale da sottufficiale.
Sul fronte invece oltre che ad assere presente un foro che ha letteralmente fatto crepare l'acciaio separando la giunzione del rim, si distingue una traccia di vernice arancio. Probabile marcatura reggimentale.
Le ultime foto mostrano come si presentava il guscio prima e durante il trattamento.
Un ottimo parere positivo è stato dato anche da Thierry Juif creatore e grande collezionista del sito liberationlure.fr, grazie mille!
Non dispongo di molte informazioni su questo elmetto, so solo che proviene dal territorio italiano e che appena acquisito era stato abbondantemente ricoperto di nafta come vecchio metodo di protezione contro la ruggine.
L'elmetto è un ganci fissi di produzione McCord a giunzione frontale in condizioni relic.
Conserva ancora entrambi i ganci fissi, uno dei quali con ancora uno spezzone di sottogola cucito.
Porta sul fronte e sul retro i fregi da First Lieutenant molto spartani e imprecisi.
Quest'ultimi prima del trattamento con acido ossalico erano appena appena visibili al di sotto dello sporco e dell'ossidazione.
Da notare come fregio dietro sia totalmente decentrato.
Impossibile non vedere l'impatto da proiettile che ha subito la calotta:
un colpo a filo dell'acciaio, creando in uscita uno squarcio molto grosso.
Probabilmente chi lo indossava ha avuto buone possibilità di essersi salvato, ma è logico che sono solo supposizioni.
Completamente restaurato, trattandolo internamente con un convertitore di ruggine ed esternamente con acido ossalico, riportando così alla luce parecchia vernice verde.
Un pezzo che basta guardarlo qualche secondo in più, per riflettere e pensare a quello che ha potuto provare questo soldato in quel tragico momento, con la speranza che sia potuto sopravvivere.
Nell'ultima foto una fase di risciacquo dell'elmo dopo l'ossalico.
Questo M1 è stato ritrovato l'anno scorso (2015) in una cantina di una casa di campagna di Cecina (LI), raccolto ai tempi della guerra nella zona di Riparbella, dove passarono gli Americani verso l'inizio di Luglio del 1944.
Da ciò che si può notare, le condizioni di questo elmetto sono al quanto scarse, ma grazie ad un buon lavoro di restauro sono riuscito ad ottenere un ottimo risultato per la di presentazione che indubbiamente trasmette molta storia.
Appena ritrovato il fregio non era visibile, successivamente, dopo un'accurata pulizia ed il magnifico lavoro svolto dall'acido ossalico questo ha portato alla luce un bellissimo fregio della 91st Infantry Division, chiamata anche "Pine Tree Division" o anche "Wild West Division"; inoltre l'ossalico ha messo in risalto un bel colore verde.
L'elmetto è un ganci fissi, con giunzione anteriore del bordino in acciaio inox.
Sul lato posteriore si possono notare le indistinguibili crepe di "stress da stampo", tipiche delle versioni dei gusci a ganci fissi, qui accentuate anche dalle pessime condizioni in cui è stato conservato l'elmetto.
Su di un lato invece troviamo una zona che considero "da impatto", forse provocato da una scheggia o comunque da una botta violenta.
Questo lo si deduce proprio dal dettaglio dello strappo del bordino in inox che infatti risulta lacerato.
La calotta venne ribattuta centralmente all'interno per farlo stare in equilibrio, quindi è stato usato probabilmente in ambito civile, il che ha permesso che arrivasse fino a giorni nostri.
L'interno sono stato obbligato a trattarlo con un antiruggine nel modo più delicato possibile, purtroppo infatti era presente moltissima ruggine che non ho voluto lasciare in modo da garantire nel complesso una migliore conservazione.
Personalmente non amo i fregiati, ma questo posso star certo che sia rimasto intoccato, tranne che da un soldato americano 72 anni fa a cui non potremo mai dare un nome.
Un pezzo che per quanto mi riguarda pieno di fascino.
Elmetto M1 ganci fissi con giunzione anteriore, di produzione McCord.
Ritrovato nel 2012 in un vecchio fienile crollato lungo il Passo della Futa.
Restaurato con un leggero bagno in acido ossalico e trasparente opaco per stabilizzare la ruggine.
Risulta molto rovinato e del liner prodotto e marcato CAPAC rimane ben poco;
elmo veramente ruspante.
Sicuramente "racconta" e trasmette molta più storia di altri pezzi qui presenti, storia di un passato tumultuoso.
Elmetto M1 proveniente dalla Normandia (Francia).
Giunzione anteriore e ganci mobili, prodotto da McCord.
Le condizioni sono come vedete in foto, alquanto strane, soprattutto perché come potete vedere è totalmente ricoperto da conchiglie incollate con dello stucco.
Ho avuto qualche fonte certa che mi ha riferito che all'epoca si usava renderli così e posizionarli sui cancelli delle case in Normandia.
Alcuni sostengono che non sia possibile la presenza di un ganci mobili in Normandia, ma vorrei ricordare che esistono foto molto chiare dell'utilizzo di questi elmetti nella suddetta zona successivamente al D-DAY.
Per alcuni può risultare particolare e per altri ORRIBILE ma resta comunque un pezzo unico.
Se avete altre informazioni a riguardo ben vengano.