La service flag ad una stella abbiamo già avuto modo di vederla in passato qui sul portale, ed era di fattura standard.
Questa invece che vediamo in foto rappresenta una tipologia di service flag artigianale.
Il tessuto utilizzato possiamo dire quasi con certezza che ricorda totalmente quello utilizzato per la fabbricazione delle bandiere americane del periodo bellico.
La vera particolarità di questa service flag sta nell'avere ben 3 stelle cucite su di essa, a significato che la famiglia aveva ben tre figli arruolati nell'esercito.
Sebbene sia molto usurata e sbiadita non può passare in osservata la stella centrale.
Quest'ultima si vede chiaramente che non è di colore blu come le altre due ma di un colore più chiaro.
In epoca doveva essere color giallo-oro, da notare anche la cucitura diversa utilizzata per la ricopertura.
La modifica segnava purtroppo che uno di questi figli era deceduto in guerra.
Un vero pezzo di storia, in cui le condizioni arricchiscono ancora di più le emozioni che possono esternarsi da questa reliquia.
Questi oggetti componevano una parte della attrezzatura di manutenzione di qualche automezzo a motore americano, ritrovati nella bassa mantovana (2018).
L'oliatore è un classico dosatore per la lubrificazione di precisione di organi in movimento.
Prodotto dalla GEM MFG. è una versione precoce (cannuccia in ottone) e non verniciata a differenza di quelle verdi OD.
Non ha un'appartenenza specifica ad un determinato veicolo, in quanto erano kit standard per tutti i mezzi.
Solo la Jeep WIllys pare abbia adottato solamente oliatori fabbricati "Eagle".
Nell'ultima immagine un esempio di raffigurazione proveniente dal manuale di manutenzione GM dell'autocarro 2 1⁄2-ton 6x6.
La latta invece (ancora piena), contiene grasso grafitato con contratto di produzione 1943 da Battenfeld grease and oil, ancora oggi attiva nel settore.
Questo composto è ancora oggi utilizzato per la lubrificazione di sistemi che lavorano ad un alto carico d'attrito, essendo un grasso molto resistente ed a buona conducibilità elettrica. Notare come la latta sia prodotta dalla Canco.
Abbiamo già visto in precedenza un set di punzonatura del tutto simile a questo.
Difatti le custodie in legno utilizzate erano le medesime.
Ciò che differenzia questo kit è quello di essere stato prodotto per il suo impiego durante la prima guerra mondiale.
Il contenuto è pressoché lo stesso, se non per il martello incisore in ottone e per la piastra d'incisione che era stampata per ospitare le dogtags tonda della prima guerra.
Sulla destra è presente un etichetta bianca che riportava un esempio di marcatura di una dogtag.
Quello che però incuriosisce di questo kit è la sua customizzazione.
Difatti la scatola è stata modificata per contenere una basetta di incisione aggiuntiva, con la quale (sicuramente) il suo utilizzatore si trovava più comodo per un certo impiego del suo lavoro.
Anche la basetta principale è stata sostituita con quella del kit della seconda guerra mondiale.
Essendo di recente ritrovamento nelle valli del fiume Po, sono molto propenso che sia stata semplicemente rimpiegata durante il secondo conflitto e personalizzata dal suo proprietario.
Molto bello anche il marchio dell'ispettore, ancora leggibile.
Un set vissuto.
Questa pesante scatola di legno verniciata in verde "olive-drab" contiene un set completo per la punzonatura su metallo.
Nello specifico il kit è composto da un martello, una basetta e un set di punzoni di numeri e tutte le lettere dell'alfabeto, compresi punto e virgola.
Il set permetteva di poter punzonare e personalizzare direttamente sul campo qualsiasi oggetto metallico.
Nato per lo scopo principale di poter identificare i propri oggetti, stampando il nome e il numero di matricola del soldato o anche solo l'abbreviazione (ultime quattro cifre dell'ASN) su di esso.
Difatti, la basetta di ferro ha una dima perfetta per l'alloggiamento del manico di una forchetta o di un cucchiaio, sui vuoi poter percuotere il punzone saldamente.
In caso di bisogno, potevano incidere anche una comune dog-tags.
Prodotto a partire già dal 1907, precedente alla Prima guerra mondiale.
Questo nel dettaglio è del 1942, prodotta dalla "The C.H. Hanson Company" Chicago.
Misure 20 x 18 x 10cm
La Service Flag nasce durante la Prima Guerra Mondiale dove fu progettata e brevettata dal Capt. dell'esercito Robert L. Queisser del 5° fanteria dell'Ohio.
Il piccolo gagliardetto aveva lo scopo di rappresentare i figli che la famiglia aveva impegnati in guerra ed essi avevano il diritto di appenderla ad una finestra della casa.
Il sistema era molto semplice, ogni stella di colore BLU stava a significare un figlio arruolato, più stelle=più figli impegnati.
Qual'ora questi sfortunatamente dovessero essere caduti in battaglia (o comunque deceduti in servizio) la stella veniva coperta con una più piccola di color ORO.
La massima diffusione di questa pratica si ebbe nella Seconda Guerra Mondiale, in cui il vederle appese alle finestre era molto frequente.
A volte le Service Flags potevano essere anche di fattura artigianale, realizzate dalle madri stesse.
Ed eccola finalmente qui, la bandiera presente come sfondo in tutti gli oggetti che trovate presentati qui sul sito.
Si tratta della bandiera degli Stati Uniti D'America a 48 stelle utilizzata dal 1912 fino al 1959 quando l'ammissione dell' Alaska contribuì a far diventare le stelle 49.
Questa fu la bandiera utilizzata durante tutto il secondo conflitto mondiale dall'esercito americano e che vediamo spesso sventolare vittoriosa su numerosi teatri di guerra.
Viene anche chiamata "Stars and Stripes" e, meno comunemente "Old Glory".
Notare le cuciture delle stellette e la presenza di un timbro sulla banda di rinforzo non identificato.
Misura 145 x 274 cm e presenta 2 occhielli (presumo) in ottone per l' aggancio.
Classica tanica porta carburante dell'esercito americano da circa 20 litri, con tappo a vite che necessitava di un'adattatore filettato per il travaso nel serbatoio, la G indica il contenuto, "Gasoline"
Al di sotto è marcata "Wheeling 43".
Ritrovamento zona basso Mantovano.
A prima vista la si può confondere per una classica tanica carburanti (jerry can), ma osservandola meglio si possono notare molti dettagli diversi che ci fanno capire che questa tanica serviva per il trasporto di acqua potabile., circa 20 litri.
E' dotata infatti di un tappo con chiusura a pressione che rimane attaccato alla tanica stessa e la presenza di una piccola valvola di sfiato.
Inoltre l'interno del contenitore è smaltato color bianco-crema, per evitare contaminazioni, contatto con il metallo e facilitare la pulizia (nella foto ormai si sta sollevando).
Anche se molte persone non lo sanno, queste taniche furono utilizzate anche per contenere cibi.
Questa in foto è datata 1942, prodotta da NESCO, la "W" sta per water.
In questo contenitore di acciaio molto robusto è contenuto un liquido di rilevamento di gas vescicante, quale l'Iprite.
Sebbene durante la Seconda Guerra non vennero utilizzate tali sostanze, la produzione per la difesa da questi gas non fu interrotta.
Assieme al "brassards gas detection"(bracciale) fu adottata anche una sostanza liquida simile ad una pittura molto densa che prese il nome di "Liquid vesicant detector M5 Type2" adottata dal Marzo 1942.
Di colore verdastro in tonalità olivedrab No.3, oleosa e puzzolente veniva pennellata sulle superfici che per prime potevano andare a contatto diretto con il pericoloso gas, al fine di poter dare l'allarme prima dell'intossicazione.
Ad esempio un utilizzo comune fu quello sulle Jeep Willys, dove si era soliti a distribuire il rilevatore all'interno della stella sul cofano, come mostrano queste fotografie, di Jeep in partenza per la Normandia nel 1944.
Quando la sostanza entrava in contatto con il gas la sua tonalità da verde passava ad un colore rossastro, mentre quando aveva esaurito la sua longevità
diventava di colore giallo, a significare la sua oramai inefficacia.
Ciò poteva avvenire nel giro di circa 2 settimane, ma tutto dipendeva dal clima e dalle condizioni e superfici su cui era stata data ed esposta.
Oltre a questo utilizzo veniva anche data sugli elmetti a scopo di mimetizzazione e camuffamento, come vediamo nella foto che è tratta direttamente da un manuale tecnico di utilizzo della sostanza dell'Aprile '43.
In altri casi era data solo in alcuni punti dell'elmetto allo scopo di rilevamento gas.
Paracadutisti della 82nd Airborne (non utilizzanti il brassard) imbrattavano un polsino della loro giacca da lancio con questa vernice, in questo modo avevano sotto controllo diretto ogni probabile contaminazione.
Ne furono prodotti circa 7,8 milioni di pezzi.
Questo in foto prodotto dalla "The Hilton -Davis Chemical Co." in Ohio.
Dettaglio interessante, il contenitore è prodotto dalla Canco.
Questa che vedete in foto è una piccola porzione tagliata di una "grella" in uso alle forze armate americane durante la Seconda guerra mondiale e oltre.
Le grelle (così chiamate in Italiano) non sono altro che strisce rettangolari di lamiera stampata e forata lunghe circa 3 metri e larghe 38 cm del peso ognuna di 30 kg, collegabili tra loro.
Tutte assieme una volta congiunte potevano formare sul terreno nudo (senza bisogno di eccessivi lavori) solide piste di atterraggio e rullaggio.
Ma erano utili anche per l'attraversamento di zone particolari, dove senza un supporto sotto alla ruota il mezzo sarebbe sprofondato o per la realizzazione di piccoli ponti oppure anche posti di accampamento temporanei.
Grazie ai fori presenti, (quando utilizzate in aviazione) formavano una superficie dove era possibile evitare gli eccessivi ristagni d'acqua e l'erba crescendo in queste aperture garantiva anche la mimetizzazione delle stesse.
Furono sperimentate per la prima volta nel 1941 nell'aeroporto di Camp Mackall nel North Carolina da dove presero il nome di "Marsden Matting".
Si calcola che 100 uomini con a disposizione 60'000 pezzi potevano coprire una superficie di 1,5 km x 50 mt in circa 175 ore.
Nel Luglio 1944 le prime grelle approdarono in Normandia.
Furono largamente impiegate anche in Italia (da dove proviene questa).
Grazie alla tipologia del materiale e dalla loro robustezza le grelle furono adoperate e riutilizzate dai civili per molteplici riutilizzi: dai cancelli, a porte, a recinti, a gabbie fino ad un impiego come rafforzamento di muri ed edifici.
(Foto by U.S. Navy Seabee Museum Archives)
Questa è una latta (in condizioni quasi relic) che conteneva e faceva proprio da involucro a un pacco di batterie che andavano ad alimentare una radio BC-1000 A per circa 14-15 ore . Questa veniva collegata direttamente alla radio, infatti il coperchio del pacco batteria era compreso di un attacco per il collegamento. Questa l'ho trovata a San Benedetto Po (MN) da una signora, dove il marito la usava come contenitore per chiodi.
Datata Gennaio 1945.
Batteria a secco da 6volt, denominata battery BA200/U.
Questa batteria a contatti a molla (in foto ne manca uno) era utilizzata all'interno delle lanterne elettriche modello "Lantern MX-290 GV" del Signal Coprs.
Interessante e raro pezzo, in buone condizioni datato Agosto 1944.
Prodotta dalla UsaLite.
Al tester la batteria da ancora 0,50 volt, incredibile..
Tris di batterie trovate in casolare del Bolognese lungo la Futa durante il 2019.
Rispetto a quelle presentate in precedenza, queste hanno il corpo metallico e sono databili al 1944.
Prodotte dalla RayOVac (ancora oggi attiva nel settore) erano destinate all'esercito americano.
Difatti il corpo della batteria era stata mantenuto con il disegno della vendita civile, ma sul retro vi era una chiara descrizione alla destinazione d'utilizzo.
Molto rare da trovare, specialmente in queste condizioni abbastanza decenti, in quanto appena le sostanze corrosive escono dall'involucro eliminano ogni scritta e colore.
Adoperate in particolar modo nelle torce serie TL-122.
Strepitosa coppia di batterie destinate all'esercito Americano durante il secondo conflitto modello BA-30.
Come tutti gli oggetti diciamo "logistici" di quest'epoca troviamo la dicitura "Signal Corps".
Datate dicembre 1943, si presentano ricoperte in cartone, presumo siano uno dei primi modelli dell' epoca, in quanto i successivi avevano già la copertura metallica.
Famose queste batterie per il loro uso nelle torce della serie TL-122.
Dopo 69 anni, non so come al tester danno ancora 1,4 volt! Incredibile..
Bobina metallica denominata "DR-8" utilizzata da un wiremen (soldato utilizzatore) per la posa manuale di filo telefonico su corte distanze.
Trovava il suo migliore utilizzo per il collegamento su zone sconnesse, scomode oppure in zone di combattimento in avanzamento.
Il tutto veniva gestito da un'operatore che aveva la bobina legata al petto con un sistema apposito di cinghie e una manovella per riavvolgere il filo.
Il filo utilizzato è il W-130 o chiamato anche "filo d'assalto" composto da 7 filamenti, punto di forza la sua leggerezza.
La bobina conteneva circa 1\4 di miglio di cavo, cioè 400 metri.
Questa in foto, proviene da Vernio, (esattamente Loc. Torricella) in Toscana, zona dove operò la 34^ Divisione restaurata per quello che è stato possibile ma conserva ancora un buon colore.
Sotto una foto del dipartimento di Guerra, dove un wiremen sta distribuendo cavo W-130.